Canos de Carmona
Siviglia, o meglio Hispalis, è stata una grande città dell’impero romano. Un importante centro amministrativo e politico, caratterizzato da ottime infrastrutture stradali, termali ed idriche. E proprio quest’ultimo aspetto è oggi testimoniato in maniera evidente e spettacolare grazie ad un tratto di acquedotto romano giunto fino alla nostra epoca (sia pure brutalmente amputato).
I caños de Carmona sono una serie di archi residui dell’imponente struttura originaria, realizzata pare con una successione di circa 400 archi che si estendevano nella zona allora poco popolata al di fuori del centro di Hispalis. Oggi poco è rimasto, ma è comunque impressionante potere godere di questi monumenti che a tutt’oggi così bene si integrano, nella loro massiccia ambiziosità originaria, con la nostra cultura moderna.
Si può dire quasi che gli acquedotti erano una sorta di autostrada dell’epoca romana, nel senso che costituivano una capillare infrastrutturazione che connetteva bisogni e necessità di varie zone tra loro anche parecchio distanti. La struttura in laterizio, materiale povero e al tempo stesso eterno, ha sfidato con successo secoli e secoli. L’arco, con la precisione dei suoi equilibri, è forse l’unica forma della costruzione umana che è in grado di sfidare indenne i secoli. Non molto di Roma sarebbe rimasto nel mondo senza questa piccola ed eterna invenzione, al tempo stesso così banale e così geniale da essere paragonabile, forse, solo alla invenzione della ruota.
Oggi la testimonianza di questa forma è data anche dal magnifico acquedotto romano dei Caños de Carmona, a Siviglia, un emozionante monumento che è stato in grado di sconfiggere sia il tempo che i rinnovamenti urbanistici.
Mappa di Canos de Carmona
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